Probabilmente il mio modo di guardare e di fare è stato completamente stravolto dal mio lavoro di grafico: è un fatto che ormai ragiono in termini di geometrie e di rapporti fra gli elementi. Ogni cosa è importante ed ha un ruolo nella gerarchia della visione.
Tutte le mie illustrazioni sono diventate dei teoremi geometrici, tutto quello che ci vedi dentro serve, non c’è niente di inutile e di lasciato al caso.
Al momento sono riuscito a dividere in due macro gruppi il tipo di immagini che si possono creare: una di tipo narrativo, una di tipo pubblicitario.
Il tipo narrativo racconta una storia, la sua struttura interna guida lo spettatore in un percorso, solitamente hanno una costruzione decentralizzata per favorire il senso della lettura, a volte il quadrato semiotico ne è struttura portante e dichiarata. Le geometrie interne raccontano. La prima immagine qua sotto ne è un esempio: volevo suggerire cosa stesse pensando il soggetto dell’immagine. Altri esempi sono la maggior parte delle copertine dei fumetti Sergio Bonelli.
Il secondo tipo di immagine, il tipo pubblicitario o forse sarebbe più corretto dire iconico, crea immagini d’impatto, spesso la struttura è centralizzata, gli elementi sono pochi e sono funzionali alla centralizzazione di un unico messaggio. Lo spettatore in questo caso è passivo e “subisce” l’immagine. Le copertine di Vanity Fair ne sono un esempio, come la seconda immagine che vedete
L’ultima immagine nasce come un mix delle due tipologie, ma a mio avviso vince la struttura centralizzata e direi che pende più dal lato dell’iconicità, non del tutto ma la struttra è forte.